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GENTE DI FACILI COSTUMI
GENTE DI FACILI COSTUMI
TEATRO AT

Durata: 90 min

Lingua: Italiano

Regia: Luca Manfredi

Con: Flavio Insinna, Giulia Fiume

Andato in scena per la prima volta nel 1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del
protagonista, questo testo è considerato ancora oggi uno dei più eclatanti apparso sulle scene
teatrali italiane negli ultimi decenni.
Protagonisti della pièce sono Anna - nome d’arte “Principessa” - una prostituta disordinata e
rumorosa che sogna di diventare “giostraia” e Ugo, l’inquilino del piano di sotto, un intellettuale
che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema ma che sogna di fare film d’arte.
La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina
che tornando a notte fonda e accendendo il giradischi l’ha svegliato e lei, per la confusione, lascia
aperto il rubinetto dell’acqua della vasca allagando irrimediabilmente l’appartamento di lui. Ugo
sarà costretto quindi, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio dalla “Principessa”.
Con questa convivenza forzata inizia un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni,
ma anche un curioso sodalizio, dove ciascuno condivide con l’altro ciò che ha. Le reciproche
posizioni vanno mano a mano ammorbidendosi perché diventa chiaro che ad incontrarsi non sono
state solo due vite agli antipodi, ma soprattutto due sogni all’apparenza irrealizzabili.
Dall’incontro tra Anna e Ugo nasce un turbine di disastri, malintesi, ilarità e malinconie
pienamente in sintonia con l’immagine che il loro autore, Nino Manfredi, ha lasciato nel ricordo di
ognuno di noi.
Ecco come Manfredi presentava il suo testo: “Gente di facili costumi è una commedia che sviluppa,
in maniera paradossale, un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove
tutto si avvilisce e si corrompe, che valore hanno ancora l'onestà, la dignità, il rispetto dei più
profondi valori umani? Lo sport […] diventa sempre più truffa e violenza. Gli ideali politici […]
difendono gli interessi più strettamente privati. La creatività e la fantasia sono messi al servizio
dell'imbonimento pubblicitario […]. Senza continuare a fare altri esempi, è evidente che viviamo in
una società in cui i valori più elevati vengono svenduti e liquidati, perché il bello, il buono e il vero
sono asserviti all'utile”.

90 min

Lingua: Italiano

Regia: Luca Manfredi

Con: Flavio Insinna, Giulia Fiume

Andato in scena per la prima volta nel 1988, con lo stesso Nino Manfredi nei panni del
protagonista, questo testo è considerato ancora oggi uno dei più eclatanti apparso sulle scene
teatrali italiane negli ultimi decenni.
Protagonisti della pièce sono Anna - nome d’arte “Principessa” - una prostituta disordinata e
rumorosa che sogna di diventare “giostraia” e Ugo, l’inquilino del piano di sotto, un intellettuale
che vivacchia scrivendo per la tv e per il cinema ma che sogna di fare film d’arte.
La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina
che tornando a notte fonda e accendendo il giradischi l’ha svegliato e lei, per la confusione, lascia
aperto il rubinetto dell’acqua della vasca allagando irrimediabilmente l’appartamento di lui. Ugo
sarà costretto quindi, anche a causa di uno sfratto, a trovare rifugio dalla “Principessa”.
Con questa convivenza forzata inizia un confronto/scontro costellato di incidenti e incomprensioni,
ma anche un curioso sodalizio, dove ciascuno condivide con l’altro ciò che ha. Le reciproche
posizioni vanno mano a mano ammorbidendosi perché diventa chiaro che ad incontrarsi non sono
state solo due vite agli antipodi, ma soprattutto due sogni all’apparenza irrealizzabili.
Dall’incontro tra Anna e Ugo nasce un turbine di disastri, malintesi, ilarità e malinconie
pienamente in sintonia con l’immagine che il loro autore, Nino Manfredi, ha lasciato nel ricordo di
ognuno di noi.
Ecco come Manfredi presentava il suo testo: “Gente di facili costumi è una commedia che sviluppa,
in maniera paradossale, un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove
tutto si avvilisce e si corrompe, che valore hanno ancora l'onestà, la dignità, il rispetto dei più
profondi valori umani? Lo sport […] diventa sempre più truffa e violenza. Gli ideali politici […]
difendono gli interessi più strettamente privati. La creatività e la fantasia sono messi al servizio
dell'imbonimento pubblicitario […]. Senza continuare a fare altri esempi, è evidente che viviamo in
una società in cui i valori più elevati vengono svenduti e liquidati, perché il bello, il buono e il vero
sono asserviti all'utile”.
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